I profondi mutamenti della società occorsi nell’ultimo anno e accentuati dalla pandemia hanno generato processi di profondo cambiamento anche nel campo della formazione.

Certamente, dal punto di vista tecnologico, anche a causa del “distanziamento” imposto dalla pandemia che tuttora ci obbliga al rispetto di rigide regole di comportamento (leggi qui il nostro approfondimento sulla questione dell’obbligo di Green Pass sul luogo di lavoro), stiamo assistendo alla progressiva dematerializzazione dell’aula in favore di nuove tecnologie che permettono un accesso più agile all’apprendimento, come i Learning Management Systems, ma il cambiamento più importante e interessante lo si registra in relazione al cambio di prospettiva: la formazione torna protagonista al centro della scena politica ed economica.

Il Fondo Nuove Competenze, di imminente rifinanziamento, il Bonus Formazione 4.0 (su questa misura e su quanto sia utile per tutte le imprese puoi leggere qui l’articolo a firma del nostro esperto Leonardo Franceschi), Il Programma GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori), le risorse previste dal PNRR e dedicate alle politiche attive per il lavoro (se vuoi sapere cosa prevede il piano nazionale di ripresa e resilienza sul tema dello sviluppo delle competenze e della formazione, leggi qui), l’incessante attività dei Fondi Interprofessionali per la formazione continua (utilissimi, soprattutto se utilizzati con “creatività”, come dimostra il caso del Piano Marco Polo raccontato qui), sono solo alcune tra le leve strategiche più importanti messe in campo per l’adeguamento delle competenze del capitale umano.

L’attività di reskilling e upskilling non può essere improvvisata: è giunto il momento per le aziende di strutturare un processo formativo adeguato che tenga conto del contesto in cui tutto ciò sta avvenendo (a questo proposito, leggi qui l’intervista a Giovanni Gianola, Managing Director del Consorzio che riunisce gli artigiani del distretto di Premana, specializzati nella produzione di forbici e coltelli, il quale ci ha spiegato in che modo, anche grazie al credito d’imposta formazione 4.0, un’industria secolare ha affrontato la quarta rivoluzione industriale).

È necessario e fondamentale aggiornare ed equipaggiare il lavoratore rispetto ai cambiamenti, assumere la responsabilità sia a livello aziendale che individuale della cura del capitale umano. Occorre coinvolgere i lavoratori e le imprese affinché siano responsabili in prima persona delle nuove competenze necessarie per fronteggiare i grandi cambiamenti in corso derivanti dalla rivoluzione digitale, dalla trasformazione ecologica, dalla grande globalizzazione economica e dall’interdipendenza finanziaria.

Silvia Scorrano

Silvia Scorrano

Specialista Fondi Interprofessionali