Crescono del 10% le opportunità di lavoro per tutti i professionisti che, a vario titolo, hanno a che fare con tutte le attività legate alle tematiche ESG. In questo momento, in particolare, le aziende stanno cercando ESG Consultant e di ESG Governance Manager.

“Da qualche tempo, e sempre con maggiore insistenza negli ultimi anni – precisa Claudia Meazza, Manager della divisione Banking & Real Estate di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato – l’impegno etico e morale di un’azienda verso l’ambiente, la società e l’etica gestionale è diventato un asset strategico in grado di incidere direttamente sui risultati di business delle aziende e, di conseguenza, di incrementarne il valore. I criteri ESG (legati alla sostenibilità ambientale, sociale e di governance) sono dei veri e propri indicatori pratici che permettono di classificare e selezionare le imprese che davvero perseguono la sostenibilità con progetti e soluzioni e rappresentano anche i tre indicatori chiave utilizzati per misurare le realtà virtuose. Non è strano, dunque, che non solo le aziende quotate, ma anche le PMI, inizino a cercare professionisti che siano capaci di guidarle in questo viaggio verso la sostenibilità”.

I professionisti ESG più cercati: ESG Consultant e ESG Governance Manager. L’ESG Consultant, a diretto riporto dell’ESG Manager, si occupa di supportare la divisione Sustainability nelle attività di analisi e implementazione di strategie di sostenibilità, climate change e stakeholder engagement, supporto metodologico alla redazione di bilanci di sostenibilità, verifiche di conformità a principi e linee guida internazionali in ambito di sostenibilità, revisione di bilanci di sostenibilità, due diligence ESG. Per questo professionista la RAL media è di 35.000 euro.

L’ESG Governance Manager, oltre a coordinare il Consultant nelle sue specifiche attività, si concentra sull’analisi di rischi di sostenibilità, dell’impatto economico, sociale e ambientale; supporta la compilazione di indici di sostenibilità e si occupa della definizione di sistemi di misurazione nell’ambito di progetti di impact investing, dello sviluppo di politiche di sostenibilità nella supply chain e della definizione di policy e sistemi di gestione in riferimento a tematiche quali diritti umani, ambiente, lotta alla corruzione e diversity. Per questo professionista la RAL media è di 50.000 euro.

“È una tendenza – aggiunge Claudia Meazza – che riguarda tutte le tipologie di impresa. Anche le PMI, infatti, devono essere green compliant, soprattutto per non perdere competitività sui mercati esteri. Fino a qualche tempo fa si appoggiavano a commercialisti o consulenti esterni, ma ora è arrivato il momento di puntare a competenze altamente qualificate e iper-specializzate sui temi ESG. È difficile che queste realtà, spesso medio-piccole, possano assumere questi professionisti, quindi, nella maggior parte dei casi, si tratta di consulenti esterni (che arrivano da big corporate o da società di consulenza) che lavorano per più società”.

L’impegno in ambito ESG crea valore? La risposta è sì. Una indagine condotta dalla società di consulenza Bain ed Ecovads conferma che le aziende con maggiore presenza femminile nel team esecutivo ottengono risultati finanziari migliori. L’utilizzo di energia rinnovabile è, invece, correlato a margini Ebitda più elevati nei settori ad alta intensità di carbonio. Nei settori delle risorse naturali, dei trasporti e dei beni industriali, le aziende che utilizzano più energia rinnovabile hanno margini Ebitda più elevati. Le aziende che si concentrano su pratiche etiche, ambientali e lavorative all’interno delle loro catene di fornitura sono, inoltre, più redditizie rispetto ai loro competitors.

L’attenzione alle tematiche ESG, infine, fa crescere le aziende più velocemente e le rende più redditizie: si registra, in tre anni, una crescita di fatturato fino a 5 punti percentuali in più rispetto a quelle con dipendenti meno soddisfatti. Oltre ai principi fondamentali di una retribuzione equa e alla garanzia di un ambiente di lavoro sicuro, i benefici possono includere la formazione professionale, la salute mentale e fisica, l’assistenza all’infanzia e le opportunità di istruzione, tutti fattori che aumentano la soddisfazione dei dipendenti e, di conseguenza, la produttività e la fidelizzazione.

Redazione

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