Che le policy e pratiche di sostenibilità siano importanti per il futuro del Paese è opinione condivisa pressoché all’unanimità da datori di lavoro (86%) e lavoratori (89%). Tuttavia, quando si tratta di green jobs, in Italia esiste ancora mismatch tra domanda e offerta. È quanto emerge da uno studio realizzato da Indeed, portale numero 1 al mondo per chi cerca e offre lavoro*.

MANCANZA DI COMPETENZE

1 datore di lavoro su 4 pianifica di aprire posizioni legate alla sostenibilità e agli ESG nel 2024 anche se assumere per posizioni di questo tipo presenta ancora numerose difficoltà. Non solo per mancanza di budget sufficiente da dedicare a queste figure professionali (28%). La carenza di candidati con le giuste competenze è un problema per il 27% dei datori di lavoro. Più di 1 su 10 dichiara addirittura che “non saprebbe dove cercare” professionisti con la giusta preparazione.

FORMAZIONE E SVILUPPO DI CARRIERA LEVE SU CUI PUNTARE

D’altro canto, tra i lavoratori del Bel Paese permane incertezza quando si tratta di prendere in considerazione occupazioni legate alla sostenibilità. Sia perché non ci si sente preparati – c’è chi ritiene di non avere la giusta esperienza (32%) o di non possedere le giuste competenze (30%) – sia perché non si intravedono chiaramente i vantaggi di questo tipo di percorso professionale (20%) o perché si ritiene che i salari per le posizioni ricercate dalle aziende siano troppo bassi (14%). La possibilità di migliorare la propria carriera (46%) o un aumento di stipendio (30%), del resto, rappresentano la spinta principale anche per chi si dice potenzialmente disponibile a intraprendere percorsi di reskilling (38% degli intervistati).

Gianluca Bonacchi, Senior Talent Strategy Advisor di Indeed Italia, spiega “La sostenibilità è ormai uno degli elementi in cima alle agende delle aziende. Transizione ecologica e una gestione orientata dai principi ESG sono temi all’ordine del giorno. Va da sé che la domanda di professionisti che possano occuparsi di questi aspetti continui a crescere. Esiste, tuttavia, mismatch tra domanda e offerta. Le persone non hanno piena consapevolezza delle opportunità di lavoro e tendono a ritenersi non preparate in materia. Insieme alle istituzioni, le aziende giocheranno un ruolo chiave nello sviluppo di queste professionalità. Oltre a investire sulla formazione delle nuove generazioni e di chi si appresta a entrare nel mondo del lavoro, infatti, è indispensabile puntare sul reskilling della forza lavoro attuale”.

Quasi 1 datore di lavoro su 2 crede che maggiori incentivi governativi per assumere personale dedicato potrebbero aiutare a risolvere la problematica, così come la possibilità di contare su percorsi di formazione istituzionali (33%).

* L’indagine ha coinvolto 500 datori di lavoro e 1.000 tra lavoratori/persone in cerca di occupazione, in Italia.

Immagine di freepik 

Redazione

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