Cosa succede in azienda, se non siamo stati bravi a costruire il backup delle figure-chiave in fase produttiva e questa risorsa, ad esempio, si ammala e non può supportare il team in alcun modo?

O si soccombe, o con gli strumenti giusti ci si evolve, come hanno fatto i volanti di un’azienda leader nella meccanizzazione agricola, in assenza del loro caporeparto: hanno attivato i loro muscoli dormienti, hanno preso decisioni e agito come non avevano mai fatto prima.

O ancora, come è avvenuto in molti depositi, dopo il primo anno di covid: le merci andavano stipandosi, creando sovraffollamento e confusione. Chi è riuscito a gestire l’emergenza e a cavalcarla come fosse una risorsa, ha colto l’occasione per creare una nuova metodologia di lavoro, che fosse produttiva anche dopo la crisi.

Chi ha dunque sviluppato l’antifragilità, ha vinto. Ma cos’è precisamente? È appunto la capacità di allenare il muscolo del non atteso, delle cose che possono pioverci dal cielo e che dobbiamo imparare a gestire. Non in maniera resiliente (almeno non solo) ma andando oltre, rinforzandoci nelle difficoltà, standoci dentro ed essendo in grado di apprendere e migliorare in quella condizione limite.

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Redazione

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