Secondo i dati forniti dal Ministero del Lavoro, da aprile a novembre 2021 le dimissioni volontarie sono state quasi 1 milione e 200 mila, con un aumento del 23,2% rispetto allo stesso periodo del 2019. Pur con le dovute distinzioni – in termini sia numerici, sia di ruoli e funzioni interessate – rispetto al mercato statunitense in cui si è originato, il fenomeno della “Great Resignation” sta dispiegando i suoi effetti anche sul mercato del lavoro italiano.

In questo scenario fortemente dinamico, quali sono gli strumenti che permettono alle aziende di restare competitive sul mercato del lavoro? È la domanda che Wyser, brand globale di Gi Group che si occupa di ricerca e selezione di profili di middle e senior management, ha posto alla sua community di professionisti, con l’obiettivo di indagare se e come il fenomeno cosiddetto delle “Grandi dimissioni” incida sull’approccio e gli investimenti delle organizzazioni in strumenti e politiche per attrarre e trattenere talenti e anche per valorizzare al meglio le loro competenze durante la permanenza in azienda.

Flessibilità e work-life balance…

Il 56% indica la garanzia di un miglior equilibrio tra lavoro e vita privata come un fattore chiave sia per attrarre nuovi talenti, sia per mettere a frutto quelli presenti nell’organizzazione.

“È un dato che non sorprende – commenta Carlo Caporale, AD di Wyser – soprattutto se si pensa all’importanza crescente che Millennials e Gen Z, ossia la nuova e la prossima generazione di manager, attribuiscono alla possibilità di conciliare la carriera con la sfera personale, fattore ritenuto paritario o addirittura di maggiore importanza rispetto alla retribuzione nella valutazione di una nuova opportunità di carriera.”

Gli strumenti per rendere effettivo il bilanciamento tra vita privata e professionale hanno molto a che fare con la flessibilità del luogo e dell’orario di lavoro, in un’ottica di valutazione della performance sempre più orientata al raggiungimento degli obiettivi.

“Da un’altra recente survey di Wyser, ad esempio, è emerso che oltre il 90% degli intervistati darebbe una chance a un’esperienza lavorativa da remoto per un’azienda con sede all’estero – continua Caporale –. Nel mondo del lavoro post-pandemico si sono aperti orizzonti di collaborazione a lungo raggio e questo implica che, per le aziende, garantire un miglior equilibrio vita-lavoro significa anche offrire la possibilità di lavorare a molti chilometri di distanza, addirittura da un paese diverso da quello in cui ha sede l’azienda, con un minor impatto su altri aspetti della vita personale, come ad esempio l’organizzazione familiare”.

…Non solo

Per 1 su 4 tra i partecipanti al sondaggio, le aziende maggiormente in grado di mettere a frutto i talenti sono quelle che offrono piani di carriera a breve termine. Coerentemente, il 20% indica l’attrattività delle posizioni interne tra gli strumenti migliori per far fronte al fenomeno delle grandi dimissioni.

“La definizione chiara dei piani di carriera ha un peso specifico importante in chiave di talent attraction e retention – conclude Caporale –  e un’offerta di sviluppo nel breve termine può essere una risposta efficace da parte delle aziende che sanno adattarsi al crescente dinamismo del mercato del lavoro, uno strumento che consente da un lato di essere maggiormente attrattive, dall’altro di permettere ai professionisti di crescere e mettere a frutto le proprie competenze nell’arco di vita professionale trascorso in azienda”.

Redazione

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