Quando si parla di robot, emerge quasi in modo innato la paura che prima o poi prenderanno il posto degli esseri umani. Letteratura, cinema e arte hanno creato un’immagine spesso distorta di queste macchine robotiche, raffigurate come “nemiche” degli uomini, mentre in realtà hanno ricoperto, e continuano a farlo, un ruolo fondamentale nella vita professionale e privata. Analizziamo il perché l’ingresso dei robot in azienda non solo non ha tolto lavoro agli individui, bensì ne ha permesso un miglioramento e incremento.
Secondo i recenti dati pubblicati da IFR, la Federazione Internazionale della Robotica, nel 2021 è stato installato più di mezzo milione di nuovi robot (517.385), con un tasso di crescita del 31% su base annua, superando così i 3,5 milioni di robot in azione nelle fabbriche a livello mondiale.
In Italia, le installazioni di robot sono aumentate del 65%, raggiungendo quota 14.083 unità nel 2021, confermandosi il sesto mercato per importanza mondiale e il secondo in Europa, subito dopo la Germania.
Affidare alle macchine attività faticose, alienanti e ripetitive consente di sollevare l’uomo da incarichi complessi, e spesso anche pericolosi per la salute, liberandolo da sforzi fisici eccessivi e mettendolo in condizione di dedicarsi ad attività più sofisticate. Inoltre, velocizzare le attività affidandole ai robot permette un aumento della produttività, con un conseguente incremento dei ricavi che porta a una crescita del business e dei tassi di occupazione. Gli stessi benefici deriveranno da un’adozione più consolidata dell’intelligenza artificiale. I sistemi attuali di IA garantiscono qualità eccellente nel compiere tendenzialmente singole azioni, mentre gli incarichi umani sono in grado di svolgere numerose attività correlate fra loro. La combinazione di questi aspetti agevolerà una trasformazione degli ambienti di lavoro, creando a sua volta nuove opportunità lavorative.
I robot hanno consentito anche una nuova valorizzazione delle persone. Grazie ad attività di formazione costanti e robuste, numerose aziende oggi hanno potuto già riconvertire expertise e competenze delle proprie risorse per costruire una nuova base di conoscenza tecnica – ad esempio nel campo della programmazione, del controllo e del monitoraggio –, dare vita a nuovi lavori del futuro nel settore della data science o dell’automation engineering, e spostare il focus dall’azione prettamente fisica alla gestione dell’automazione, potenziando il proprio livello di innovazione e di conseguenza dei servizi e prodotti offerti.
Sicuramente sarà necessario un impegno importante da parte delle aziende, a livello di investimenti in tecnologie e formazione del personale, per raggiungere questi traguardi. Tuttavia, l’impiego e lo sfruttamento di queste tecnologie su larga scala abiliteranno numerosi progetti di innovazione e ricerca che potranno avere impatti diretti sulla quotidianità di aziende, individui e produttività.