La formazione è in evoluzione. La pandemia è stata l’occasione per sperimentare forme nuove di apprendimento, passando dall’aula fisica a quella virtuale. Le nuove modalità hanno posto nuove sfide ai formatori, chiamandoli a ripensare il concetto di coinvolgimento, a trovare stimoli inediti e a mettere in atto comportamenti differenti.

L’aggiornamento e la formazione continua dei talenti occuperanno una parte sempre più significativa del nostro tempo nel prossimo futuro. Per analizzare le scelte formative e prevedere l’impatto che queste avranno sui comportamenti delle persone, QUADRIFOR, l’Istituto bilaterale per lo sviluppo della formazione dei Quadri del Terziario, ha preso parte all’evento di presentazione di “Future in the making”, la nuova ricerca di scenario delle tendenze estetiche e culturali realizzata da TEA Trends Explorers in collaborazione con InContatto.

“Nel futuro tra le competenze più importanti ci saranno quelle relativa alla sfera emotiva. Il Covid ci ha dimostrato quanto sia importante imparare a conoscere i bisogni dell’altro e le esigenze dell’organizzazione in cui siamo inseriti, così come interagire con i collaboratori e creare nuove relazioni. Le soft skill servono ad adattarsi ai cambiamenti e ad anticipare le situazioni”, ha detto Ilaria Di Croce, Direttore di QUADRIFOR. “Centrali saranno anche le competenze legate alla transizione tecnologica. Queste non consistono solamente nel saper utilizzare la tecnologia, ma soprattutto nel riuscire a lavorare in rete con il team e a risolvere problemi per i quali non esistono più soluzioni codificate”.

La formazione dell’era post-pandemica sta cambiando nella forma e nella sostanza ed è sempre più ibrida: phygital è la nuova parola chiave che sintetizza la vicinanza e l’interazione continua tra mondo reale e mondo virtuale. Sono cambiati però anche i fruitori dei percorsi di apprendimento: oggi le persone sono esposte a tantissime sollecitazioni e vivono il momento della formazione come un’occasione per condividere esperienze e mettere in pratica quanto già imparato.

“La formazione dallo scorso anno è cambiata radicalmente, ma in positivo, perché c’è una maggiore consapevolezza dell’esigenza formativa”, ha continuato Di Croce. “I nostri middle manager arrivano in aula e vogliono sapere cosa impareranno. Vogliono essere preparati perché in quel momento sanno di dover scambiare impressioni e approfondire tematiche”.

Legato al tema delle modalità di fruizione è quello dell’efficacia della formazione. In occasione dell’evento “Future in the making”, Quadrifor ha anticipato la scelta di monitorare con interesse una ricerca volta a misurare i livelli di apprendimento nella formazione in presenza e a distanza. I primi risultati dello studio, condotto dall’Università Cattolica insieme al Gruppo Prospecta, rivelano che a fare la differenza non è tanto la modalità di fruizione dei contenuti, quanto più la capacità del docente di interessare e coinvolgere i discenti.

“I primi risultati ci dicono che l’elemento fondante nella formazione, che sia a distanza o in presenza, non è il mezzo, ma il docente. Emerge la centralità della persona e della capacità di trasferire le informazioni. Un elemento che ci aiuterà nella sperimentazione di forme ibride tra presenza, virtual e formazione asincrona”, ha concluso Di Croce.

Redazione

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