La sostenibilità è senza dubbio uno dei cardini più rilevanti su cui oggi le organizzazioni moderne costruiscono il proprio brand e la propria immagine, attraggono e trattengono i propri talenti, si differenziano sul mercato, indirizzano efficienze e riducono i costi operativi. La rilevanza della sostenibilità si riflette anche sulla progettazione degli ambienti di lavoro che devono essere ripensati, soprattutto, per soddisfare le richieste di scelta e flessibilità dei dipendenti che, oggi, identificano nel work-life balance, insieme ai propositi e ai valori aziendali, uno tra i fattori più rilevanti per le proprie scelte lavorative.

Non è un caso che i risultati dell’ultimo Global Workplace Report di NTT Ltd., fornitore globale di soluzioni tecnologiche e di business, evidenzino come, nell’ultimo anno, le organizzazioni abbiano aumentato i propri sforzi e il proprio impegno a favore di diverse iniziative di sostenibilità e come molte di esse si siano conformate agli standard internazionali di sostenibilità e workplace.

Ma come sarà possibile soddisfare questi requisiti se gran parte della forza lavoro non lavora più nelle sedi aziendali, all’interno delle quali il consumo energetico, le misure di sicurezza e i protocolli sanitari sono più facilmente regolamentati? La risposta consta in nuove soluzioni creative, opportunità e nuovi spazi di lavoro ripensati e riorganizzati in grado di coinvolgere i dipendenti, sia individualmente che collettivamente, e ottimizzare l’operatività, a favore di una migliore employee e, di conseguenza, una migliore customer experience, per guidare un cambiamento positivo.

Nello specifico, dalle evidenze del Report di NTT Ltd., che fornisce informazioni essenziali sul futuro del lavoro a fronte della ripresa post-pandemica delle organizzazioni di tutto il mondo, si evince che la sostenibilità è una delle prime cinque priorità che stanno guidando le strategie di workplace: l’89,1% delle aziende, infatti, concorda che gli obiettivi di ESG (environmental, social and governance) sono in cima alla lista delle loro agende.

Sustainability: l’imperativo delle aziende moderne 

Rispetto al 27,4% dello scorso anno, oggi, il 37,6% delle organizzazioni sta definendo una brand purpose che include la sostenibilità. Questo perché l’approccio aziendale alle problematiche ESG diventa un aspetto fondamentale che incide sulla percezione di dipendenti, clienti e investitori nei confronti della cultura, dei i valori, del brand stesso e della leadership di un’organizzazione.

Il 61,4% dei CEO afferma che la propria strategia di business/workplace è allineata con gli obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite (UN SDGs/Global Goals). I 17 Global Goals si rivelano, pertanto, un framework comune utile che le aziende del settore pubblico e privato, così come le società civili, possono supportare.

Proprio per questo, è possibile che la maggior parte delle organizzazioni si allinei con alcuni dei 17 Global Goals con l’obiettivo di indirizzare le proprie strategie e dimostrare i risultati raggiunti nelle iniziative di ESG.

E se il 39,5% dei dipendenti sostiene che la scelta del datore di lavoro si basa su quelli che sono gli obiettivi e i valori aziendali, il 65,2% dei CEO è fermamente d’accordo sul fatto che avere un posto di lavoro sostenibile aiuti ad attrarre e trattenere i talenti, così come per il 50,0% dei responsabili operativi e il 49,2% dei CHRO. Un pensiero condiviso soprattutto dagli executive C-level che per il 65,2% si dimostrano pienamente d’accordo.

L’attitudine dei dipendenti verso gli spazi di lavoro sostenibili varia in base all’età e alle region: il 55% dei dipendenti al di sotto dei 50 anni crede fortemente in questa affermazione mentre ne è convinto solo il 40,3% dei dipendenti over 50. Questa percezione è particolarmente sentita tra i dipendenti che lavorano nelle country di Medio Oriente e Africa ma meno nelle Americhe e in Europa.

La tecnologia è il migliore alleato della sostenibilità  

Il report evidenzia anche come la tecnologia sia il principale abilitatore per soddisfare le aspettative dei dipendenti in termini di benessere, socialità, condivisione e un maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata e per ridurre l’impatto ambientale. Il 53,2% dei CHRO concorda sul fatto che il miglioramento del benessere delle proprie risorse sia il principale vantaggio offerto dalla tecnologia per l’agenda ESG. A questo si aggiunge un 43,4% delle organizzazioni che è convinto che la tecnologia contribuisca a ridurre il consumo energetico

A fronte di un impegno continuo per ridurre a zero le emissioni nocive, le aziende dovranno ampliare la portata dei loro sforzi di sostenibilità agli spazi di lavoro aziendali e agli uffici remoti di ogni dipendente.

Oltre all’impatto positivo sull’ambiente creato dal lavoro ibrido e da remoto – meno viaggi e meno trasferte significa meno emissioni di carbonio – ci sono alcune delle variabili più difficili da gestire introdotte dai nuovi modelli lavorativi.

Gli strumenti di collaborazione virtuale richiedono hardware, connettività e altre infrastrutture a supporto, con un conseguente dispendio di energia. E se gli spazi di lavoro aziendali possono utilizzare energia rinnovabile e sistemi che regolano automaticamente l’ambiente per garantire l’efficienza delle risorse, si può dire lo stesso per gli ambienti di lavoro da casa?

A queste complessità si aggiunge la difficoltà di raccogliere dati da una forza lavoro distribuita al fine di misurare le emissioni e le prestazioni complessive rispetto a vari benchmark di sostenibilità. È necessario uno sforzo congiunto per superare queste sfide. È quindi incoraggiante constatare che il 44,1% delle organizzazioni afferma di volersi concentrare nell’educare e coinvolgere attivamente i dipendenti al raggiungimento di tali obiettivi di sostenibilità (in aumento del 17,3% rispetto allo scorso anno)

Con l’obiettivo di rendere le città e le comunità più inclusive, sicure, resilienti e sostenibili, le strategie di workplace, volte alla creazione di edifici e ambienti lavorativi intelligenti, sono fondamentali per le smart city,” ha affermato Stefano Pivetta, Principal GTM Practice Intelligent Workplace & CX per NTT Ltd. in Italia. “Un futuro più connesso presume edifici intelligenti e reti per monitorare le prestazioni di sostenibilità che possono anche interagire con altre aree della città per migliorare la società nel suo complesso. Riuscire a ottenere valore dalla combinazione di dipendenti connessi ed edifici intelligenti è un ulteriore contributo alla creazione di un mondo migliore e più sostenibile.”

Gli uffici intelligenti, di fatto, garantiscono anche una migliore sostenibilità, abbassando il consumo energetico e offrendo una manutenzione predittiva, contribuendo positivamente al raggiungimento degli obiettivi ambientali, sociali e di governance aziendali e, allo stesso tempo, alla riduzione dei costi operativi.

Redazione

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