La diffusione dei dati della rilevazione a livello regionale consente di osservare alcune importanti differenze territoriali rispetto alla propensione delle imprese con almeno 10 addetti alla formazione professionale, e ai principali indicatori a essa collegati.

La distribuzione territoriale delle imprese che, nel 2020, hanno svolto attività di formazione per i propri addetti fa confermare una più alta propensione delle imprese situate nelle Regioni del Nord-est, in particolare nelle Provincie Autonome di Bolzano (85,1%) e di Trento (79,5%), in Veneto (75,9%) e nel Nord-ovest del Paese, in particolare in Liguria (74,6%). Gli stessi territori spiccano per entrambi le tipologie di formazione, ovvero la realizzazione di corsi e le attività formative diverse da questi (ossia training on the job, rotazione nelle mansioni, partecipazione a convegni, seminari e workshop, circoli di qualità, ecc.). Nel Sud si osservano valori sopra la media nazionale in Abruzzo e Basilicata, dove le imprese che hanno realizzato corsi sono rispettivamente il 73,0% e il 68,9%, e quelle che hanno offerto ai propri addetti attività formative diverse il 61,2% e il 55,6%.

Con particolare riferimento ai corsi di formazione, si osservano differenze territoriali anche rispetto alla modalità organizzative utilizzate dalle imprese per formare i propri addetti. Se a livello nazionale 8 imprese su 10 prediligono i corsi a gestione esterna, ossia progettati e gestiti prevalentemente da soggetti pubblici o privati esterni all’impresa, le imprese situate in Valle d’Aosta, nella Provincia autonoma di Trento, in Emilia-Romagna e in Friuli-Venezia Giulia raggiungono la quota del 90%. Nel Sud del Paese emergono invece valori superiori alla media nazionale (61,1%) per i corsi a gestione interna (ossia progettati e gestiti prevalentemente dall’impresa che ne definisce o ne approva anche l’organizzazione e i contenuti) come si registra in Molise (76,1%), in Basilicata (71,6%) e in Calabria (71,3%).

La spesa sostenuta dalle imprese nel 2020 per i corsi di formazione presenta una variabilità regionale che fa registrare valori più alti per i costi diretti per addetto partecipante pari a 572 euro in Campania, 550 euro in Molise e 465 euro nel Lazio, rispetto al valore nazionale pari a 257 euro per partecipante.

Un aspetto che non sembra rispondere alle tradizionali logiche del dualismo Nord-Sud riguarda la valutazione dei fabbisogni di competenze effettuata dalle imprese. Se infatti a livello nazionale è l’82,9% delle imprese a valutare il fabbisogno di competenze, una quota più alta si osserva in Valle d’Aosta (93,0%), Basilicata (90,8%), Sardegna e Lombardia (87,2%). Distinguendo tra le imprese che effettuano la valutazione internamente al processo di pianificazione (25,7% in totale) da quelle che lo fanno senza scadenze regolari (57,2%), a livello regionale si distinguono tra le prime le imprese in Basilicata (43,9%) e quelle attive nella Provincia Autonoma di Trento (30,9%) e di Bolzano (30,6%).

Altri aspetti di strategica importanza per la formazione nelle imprese sono rappresentati dalla redazione di un piano per la formazione, che interessa a livello nazionale 4 imprese su 10, e la predisposizione di uno specifico budget, che tocca solamente un quarto di esse. La lettura del dato a livello regionale fa emergere realtà territoriali nelle quali, come in Basilicata e in Molise, la pianificazione delle attività formative riguarda metà delle unità produttive (51,1% e 50,7%) e quella della spesa almeno un terzo o più delle stesse (43,2% e 31,2%).

Nella prima diffusione dei dati (https://www.istat.it/it/archivio/279433) abbiamo appreso che il 44,6% degli addetti delle imprese hanno preso parte alle attività di formazione, quota che sale a 55,5% se si prendono in considerazione gli addetti delle sole imprese che hanno svolto corsi di formazione. Il tasso di partecipazione totale alla formazione si rileva con valori superiori al dato nazionale nel Lazio (54,4%), in Veneto (50,7%), in Lombardia (49,8%) e in Piemonte (49,7%).

La lettura dei dati in base alla qualifica professionale degli addetti fa emergere il forte coinvolgimento nelle attività formative dei Dirigenti e Quadri (71,9% degli addetti con questa qualifica, a fronte dell’incidenza sul totale pari al 5,7%) e degli Impiegati (54,4% degli addetti con questa qualifica) che nelle grandi imprese (con 250 addetti e oltre) raggiungono valori ancora più alti (rispettivamente 80,0% dei Dirigenti e Quadri, 68,8% degli Impiegati). Più moderata la presenza di Operai e ausiliari tra i partecipanti alla formazione (35,9%) se si considera che tale qualifica copre il 53,8% degli addetti in totale. Infine, sono meno di un quarto (20,7%) gli Imprenditori, Titolari e Soci che hanno partecipato alla formazione. Se guardiamo al settore di attività economica, a coinvolgere maggiormente gli operai nella formazione sono le imprese attive nelle Costruzioni (51,2%) e nell’Industria in senso stretto (38,4%). Le imprese attive nei servizi ICT e nella finanza si distinguono per aver coinvolto nella formazione quote più alte di Dirigenti e Quadri (87,6%) e di Impiegati (75,7%) considerando l’incidenza delle due qualifiche nei settori pari rispettivamente al 24,4% e 69,5%. Dal punto di vista territoriale, incidenze superiori di Impiegati tra i partecipanti alla formazione si osservano nelle imprese situate in Lazio (68,4%) e in Lombardia (58,5%), mentre in alcune Regioni del Nord si osserva una quota maggiore di Operai coinvolti, in particolare in Liguria (49,6%), nella Provincia autonoma di Trento (45,9%) e in Veneto (45,6%).

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Redazione

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