EY, leader mondiale nei servizi professionali, Pearson, leader mondiale nell’education, e ManpowerGroup, multinazionale leader mondiale nelle innovative workforce solutions, presentano i risultati dello studio “Professioni 2030: il futuro delle competenze in Italia” e danno vita a un innovativo Osservatorio permanente sul mercato del lavoro. Il nuovo organismo sarà in grado di supportare stakeholder pubblici e privati nella definizione di politiche occupazionali e formative, modulate in base allo sviluppo delle esigenze dei mercati e delle imprese nei prossimi dieci anni.

La ricerca, presentata durante l’evento digitale “L’occupazione in Italia nel 2030: quali competenze per il rilancio del Paese?”, sviluppa un modello predittivo su come cambierà il lavoro e le competenze in risposta al variare di macro-trend chiave, quali i cambiamenti ambientali, sociali, politici e tecnologici. Si basa su una struttura metodologica creata dall’Università di Oxford, oggi potenziata e adeguata grazie all’aggiornamento e all’integrazione di strumenti e metodi che hanno migliorato l’efficacia complessiva dell’acquisizione e gestione delle analisi degli esperti, nonché dell’algoritmo di machine learning.

Prima della crisi, oltre il 25% delle figure professionali risultavano difficili da reperire da parte delle imprese italiane. La ricerca internazionale di ManpowerGroup sul Talent Shortage ha messo in luce come la mancanza di talenti sia duplicata nel corso dell’ultimo decennio e che i datori di lavoro italiani non riescono a trovare lavoratori con le giuste competenze. In tale scenario, secondo le stime OCSE, la crisi Covid-19 potrebbe inoltre causare una perdita di posti di lavoro compresa tra 1 milione e 200 mila e 1 milione e 400 mila.

I risultati dello Studio di EY, Pearson e ManpowerGroup evidenziano come la transizione tecnologica e la crisi in atto avranno un ruolo chiave nel definire il futuro dell’occupazione, soprattutto come acceleratori dei processi di obsolescenza di competenze, mansioni e professioni. I processi di digitalizzazione e iperconnessione richiederanno profili di competenze compositi, in grado di gestire la complessità tecnica, tecnologica, organizzativa e gestionale. In tale contesto, sarà essenziale tanto l’up- e reskilling dei lavoratori, quanto la formazione di skills adeguate nei giovani che fanno per la prima volta il loro ingresso sul mercato del lavoro.

TREND OCCUPAZIONALI NAZIONALI FINO AL 2030

A livello nazionale le previsioni occupazionali identificate dai modelli predittivi indicano che l’80% delle professioni presenti in Italia muterà quantitativamente nel prossimo decennio. Il modello prevede, innanzitutto, che più di un terzo della forza lavoro attuale svolge professioni che cresceranno nei prossimi dieci anni (circa il 36%), mentre tutte le altre rimarranno stabili (20%), o decresceranno (44%). Solo la metà delle professioni in crescita, tuttavia, saranno legate a vario titolo alla tecnologia: aumenteranno anche professioni legate alla cultura, alla comunicazione, ai servizi di cura (di carattere sanitario e non), all’insegnamento e alla formazione.

SETTORI PRODUTTIVI E TREND OCCUPAZIONALI AL 2030

Aumenteranno anche le professioni legate alla cultura, alla comunicazione, ai servizi di cura (di carattere sanitario e non), all’insegnamento e alla formazione.

I dati mostrano che i trend di crescita dell’occupazione si concentrano nel settore terziario dei servizi alle imprese e alle persone. Al contrario, i trend più negativi si concentrano nei settori dell’industria e dell’agricoltura. 

LE PROFESSIONI DEL FUTURO

La ricerca ha inoltre identificato alcune professioni che emergeranno nei prossimi 10 anni in Italia, evidenziando tre categorie di processo trasformativo delle professioni.

Per scissione

  • Specialisti delle interfacce umane
  • Esperti delle applicazioni IOT in agricoltura
  • Human-machine teaming manager
  • Tecnico delle macchine a guida autonoma

Per fusione di due o più professioni

  • Addetti all’integrazione con i robot assemblatori
  • Progettista di visite ed eventi virtuali.

Per ibridazione

  • Manovali e personale non qualificato della costruzione
  • Giornalisti
  • Personale non qualificato addetto ai servizi di custodia di impianti
  • Addetti all’assistenza personale
  • Esperti legali in imprese

Le competenze future proof

Lo studio ha inoltre permesso di identificare tre cluster di competenze che hanno e avranno un ruolo chiave per le professioni del futuro.

  • In primo luogo, un set di competenze fondamentali – apprendimento e ascolto attivo, adattabilità, comprensione degli altri e problem solving – strettamente associate alle occupazioni in crescita.
  • In secondo luogo, un ecosistema di competenze aggiuntive – capacità di analisi, conoscenze e abilità tecniche, abilità di base come le strategie di apprendimento, attitudini cognitive quali l’originalità, e abilità sociali come la persuasione – che agiscono, eterogeneamente per ciascuna professione, in maniera “aumentativa” rispetto alle competenze fondamentali e a quelle che caratterizzano le singole professioni.
  • Infine, un set di competenze “ibridanti” – conoscenze in psicologia, informatica, gestione di impresa, capacità di valutazione sistemica, ideazione e originalità, persuasione e adattabilità, ecc. – che derivano da processi evolutivi di scomposizione e ricomposizione dei set di competenze delle professioni.

Redazione

Redazione