Nell’ultima settimana di maggio, il Consiglio europeo ha adottato definitivamente il pacchetto legislativo sulla politica di coesione 2021-2027 che prevede fondi strutturali e d’investimento da 330 miliardi di euro.

Lo stanziamento messo a disposizione di tutte le Regioni Europee contribuirà a sostenere progetti volti a ridurre le disparità economiche e sociali e favorire una ripresa sostenibile dal Covid-19.

In particolare, la politica di coesione concentrerà i propri sforzi su investimenti per la transizione verde e digitale, per la connettività con le reti di trasporto e digitali strategiche e per l’inclusione sociale destinando la maggior parte delle risorse a paesi e alle regioni meno sviluppati. 

La decarbonizzazione dell’economia andrà ad assorbire oltre il 30% dei fondi strutturali in linea con gli obiettivi ambientali dell’UE.

I principali fondi della politica di coesione sono:

  • Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR): 200 miliardi di euro per finanziamenti regionali per supportare regioni e città nello sviluppo urbano sostenibile, così come sostenere la competitività e la creazione di posti di lavoro nelle PMI;
  • Fondo di coesione: 42,5 miliardi di euro per progetti nel settore dell’energia e dei trasporti che portano benefici all’ambiente;
  • Fondo sociale europeo Plus (FSE+): 88 miliardi di euro a sostegno della creazione di posti di lavoro, dell’istruzione e della formazione e dell’inclusione sociale. 

Entro fine giugno il Parlamento europeo dovrebbe adottare gli accordi in via definitiva. 

Mentre il Consiglio d’Europa e il Parlamento europeo predispongono gli ultimi atti per dare avvio alla nuova programmazione, i Paesi europei sono alle prese con la rendicontazione delle risorse della passata programmazione 2014/2020, non ancora impegnate.

Il Ministro per il Sud, Mara Carfagna, in un’audizione presso la Commissione EU del Senato, ha fornito il quadro dello stato di utilizzo di queste risorse, esprimendo preoccupazione per il raggiungimento degli obiettivi posti dall’UE al fine di non sprecare l’ingente dotazione ancora a disposizione.

Le risorse stanziate per il nostro Paese nel periodo 2014-2020 sui principali fondi strutturali (Fesr, Fse e Iniziativa occupazione giovani) ammontavano a 50,5 miliardi di cui 16,8 di cofinanziamento nazionale.

La situazione aggiornata a fine febbraio 2021 mostra un grande divario fra gli impegni, pari a quasi l’80% del totale mentre i pagamenti fermi ancora ad una percentuale di poco inferiore al 50% (23,8 miliardi). Il raggiungimento dell’obiettivo finale che la Commissione ha fissato per l’Italia al 2023 ammonta 29,7 miliardi da rendicontare e richiederà un grande sforzo per non vanificare l’impegno profuso nel settennato appena concluso.

 

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