I paradigmi dell’idea di leadership stanno attraversando una profonda crisi. Non si riesce a centrare esattamente cosa si intenda per leadership, senza cadere nelle definizioni trite e ritrite, che ripropongono un’immagine più romantica ed eroica che concreta. Ma, forse, il vero problema non è legato all’idea di leadership, ma a come effettivamente i leader attuali si pongono rispetto alla loro missione. La crisi dell’idea di leadership è, essenzialmente, la crisi dei leader. Intendo dire che mancano i modelli cui guardare per disegnare uno o più paradigmi di riferimento. Economia, politica e altri settori sociali non producono più personaggi-guida. Sono diventati settori sterili, privi d’ispirazione. La crisi della leadership può spiegare, in parte, anche il nostro malessere esistenziale. L’assenza di “campioni di riferimento” ci rende insicuri e instabili e mette a dura prova la nostra capacità di generare comportamenti adeguati in famiglia o sul lavoro. Quindi, la domanda da porsi è:

la crisi riguarda i nostri attuali leader, le loro decisioni e i loro comportamenti o è in crisi il nostro quadro di riferimento sul concetto stesso di leadership?

Una risposta certa non c’è, però vorrei proporre alcuni spunti di riflessione.

È possibile che le nostre aspettative si siano enormemente ingigantite?

È possibile che il nostro bisogno di guida e di sostegno si sia ampliato in conseguenza di un generale indebolimento interiore?

È possibile che ci aspettiamo soluzioni dall’esterno, perché siamo incapaci di produrne autonomamente?

Probabilmente, è arrivato il momento di sviluppare, soprattutto in ambito manageriale, un’idea concreta di leadership che rafforzi le sicurezze individuali. Non credo ad una leadership diffusa, nel senso di una de-responsabilizzazione gerarchica. Una sorta di responsabilità condivisa della quale non si conoscono i confini e, quindi, della quale nessuno risponde. Piuttosto, credo si debba lavorare su un innalzamento dell’autostima dei singoli soggetti, attraverso l’enfatizzazione delle qualità superiori dell’essere umano. Ritrovare se stessi, attraverso un adeguato programma di business coaching, aiuta a ricollocarsi nel contesto aziendale, senza ricercare modelli di guida ideali. Le singole sicurezze, valorizzate nel lavoro di squadra, ridisegnano gli equilibri delle gerarchie classiche, offrendo un potenziale di crescita straordinario. Quindi sì, è possibile superare l’attuale crisi dei leader e della leadership, attraverso una maggiore valorizzazione delle capacità individuali e una conseguente crescita dell’autostima.

Giuseppe Andò

Giuseppe Andò

C-level, Executive, Team & Career Coach. Associate Coach Marshall Goldsmith Stakeholder Centered Coaching. Member of Board EMCC Italia (European Mentoring & Coaching Council).